“Quel ramo del lago di Como, che volge a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti…” (A. Manzoni, I promessi sposi, cap. 1)  

A Lecco puoi percorrere le stesse strade che hanno ispirato uno dei più grandi romanzi della letteratura italiana, I promessi sposi di Alessandro Manzoni: qui, la magia della letteratura prende vita nei suggestivi luoghi dell’Itinerario Manzoniano. 

Si può vivere l’esperienza dell’Itinerario Manzoniano autonomamente o affidandosi a una guida turistica abilitata. Molti luoghi descritti nel romanzo sono edifici privati, fruibili solamente dall’esterno. È possibile svolgere il percorso a piedi, in bicicletta, in auto o con i mezzi pubblici. 

Punto di partenza: Villa Manzoni  

Il punto di partenza e tappa cardine di questo percorso è Villa Manzoni, sede del Museo Manzoniano e raggiungibile a piedi in circa 10 minuti dalla stazione ferroviaria. 

Nella villa sono custoditi alcuni mobili e oggetti che appartennero allo scrittore, insieme a numerose stampe e incisioni relative al romanzo. Tra queste troviamo le edizioni originali del 1827 e del 1840, quest’ultima illustrata da Francesco Gonin e curata personalmente dall’autore. Inoltre, il museo conserva le traduzioni del romanzo in varie lingue, insieme alle edizioni più importanti illustrate da rinomati artisti come Gaetano Previati, Aligi Sassu, Giorgio De Chirico e altri ancora. 

Centro città

Dopo aver lasciato Villa Manzoni, con una passeggiata di soli 10-15 minuti si arriva nel centro città, dove è possibile scoprire le testimonianze di quando la città di Lecco era un borgo medievale fortificato, ovvero il Vallo delle mura e Torre Viscontea.  

Verso il Borgo dei Pescatori 

Dal centro, proseguendo a piedi lungo il lago e verso il fiume Adda, ci si dirige verso Pescarenico, l’antico borgo dei pescatori. Passando per la Piazza Manzoni, con il monumento dedicato allo scrittore, si raggiunge il Ponte Azzone Visconti. Ed è proprio questo ponte che, secondo il Manzoni, segna il confine tra la fine del ramo lecchese del Lago di Como e l’inizio dell’Adda: “… e il ponte, che ivi congiunge le due rive, par che… segni il punto in cui il lago cessa, e l’Adda ricomincia…”. 

Pescarenico

“È Pescarenico una terricciola, sulla riva sinistra dell’Adda, o vogliam dire del lago, poco discosto dal ponte: un gruppetto di case, abitate la più parte da pescatori, e addobbate qua e là di tramagli e di reti tese ad asciugare.” 

Pescarenico, oggi, conserva ancora il vecchio nucleo dalle vie strette e le casette colorate; è possibile fermarsi in uno dei numerosi bar e ristoranti presenti, o fare una passeggiata al parco lungo il fiume Adda. 

Nel piccolo villaggio di pescatori, presso il molo, è visibile una lucia, la tradizionale barca lariana che si dice fu utilizzata dai Promessi per la loro fuga. Poco distante, un masso ricorda il celebre passaggio dell’addio ai monti: “Addio, monti sorgenti dall’acque, ed elevati al cielo; cime inuguali, note a chi è cresciuto tra voi, e impresse nella sua mente […] Addio! Quanto è tristo il passo di chi, cresciuto tra voi, se ne allontana!” 

Nella Piazza Padre Cristoforo, è visitabile la Chiesa parrocchiale dedicata a San Materno e l’ex Convento di Fra’ Cristoforo. 

I rioni Acquate e Olate

Spostandosi nella parte alta della città, è possibile arrivare a quelli che, secondo la tradizione, sono i presunti rioni natali dei protagonisti: Acquate e Olate. 

Ad Acquate, è possibile vedere la tradizionale Casa di Lucia, il Tabernacolo dei Bravi, luogo in cui hanno inizio le vicende del romanzo il 7 novembre 1628, il Palazzotto di Don Rodrigo, e la Chiesa di Don Abbondio. Ad Olate, invece, si trova la presunta Casa di Lucia. 

Il rione Chiuso 

Un altro rione importante nel romanzo è Chiuso, dove si possono visitare la Casa del sarto e la Chiesa del Beato Serafino, in cui si presuppone sia avvenuta la conversione dell’Innominato. 

Il Castello dell’Innominato 

Poco fuori città, in località Somasca a Vercurago, si trova la rocca che ha ispirato il Castello dell’Innominato: “Dall’alto del castellaccio, come l’aquila dal suo nido insanguinato, il selvaggio signore dominava all’intorno tutto lo spazio dove piede d’uomo potesse posarsi…”. 

Da Pescarenico è raggiungibile con l’autobus n° 1 con capolinea Chiuso; per il castello, bisogna poi proseguire a piedi in direzione sud (circa 15 minuti di cammino) fino al semaforo di Vercurago, oppure con l’autobus n° 7 direzione Calolziocorte.  

Per chi si muove con un mezzo privato, seguire le indicazioni “Santuario di San Girolamo”. Dal Santuario, si prosegue piedi per circa 30 minuti percorrendo il viale delle cappelle dedicate al Santo e prendendo poi il sentiero che porta ai resti del castello. 

Il castello è raggiungibile anche a piedi direttamente da Lecco, percorrendo il Sentiero Rotary che si può imboccare in diversi punti della città. 

Il Resegone

“Il Resegone, dai molti suoi cocuzzoli in fila, che in vero lo fanno somigliare a una sega…” 

“Ma dopo qualche momento, voltandosi indietro, vide all’orizzonte quella cresta frastagliata di montagne, vide distinto e alto tra quelle il suo Resegone, si sentì tutto rimescolare il sangue…” 

Il Manzoni cita il Resegone più di una volta nel romanzo: anche la montagna che sovrasta la città è da ritenersi un luogo dell’Itinerario Manzoniano.

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