Lecco – Land of colors

Rione Laorca

Origine del nome: secondo il parere di alcuni studiosi, il nome dialettale “Laùrca” deriverebbe da “burrone, precipizio”; secondo altri, potrebbe legarsi al termine iberico “Ur-Gau” e indicare un luogo ricco d’acqua.
Contrade: Pomedo, Prato la Valle, Guggiarolo, Campovai e “Svizzera”.
Soprannome abitanti: i Laorchesi possono vantare più di un soprannome. Uno è “Gos”, da “gozzo”, appellativo che indica persone ingorde nel mangiare e nel bere. L’altro è “Crapun”, che si rifà alla tradizione di battezzare, letteralmente, i nuovi nati come “craponi di Laorca”, poggiandone la testa a una colonna; quest’ultima sorge ancora oggi di fronte alla chiesa dei Santi Pietro e Paolo.

Laorca si trova sulla ripida costa che dalle rocce del monte San Martino, nel gruppo delle Grigne, si spinge verso la profonda valle in cui scorre il torrente Gerenzone. Quest’ultimo, dalla portata d’acqua costante, è la spina dorsale del rione, tanto da averne letteralmente plasmato l’identità. Lo sfruttamento del corso d’acqua come forza motrice per le attività produttive e la vicinanza della Valsassina, importante miniera di minerali e di legname, sono stati elementi decisivi per lo sviluppo dell’industria, a scapito dell’agricoltura.
Così, nei secoli, una fitta rete di officine, filatoi, filande e fucine si è impiantata sulle rive del Gerenzone, definendo il paesaggio laorchese nel tempo: sin dal Medioevo, quando una delle principali attività diffuse nell’abitato era la lavorazione del ferro, giungendo alla prima fase industriale, con lo sviluppo della produzione della seta, e poi al tramonto dell’Ottocento, con l’industria siderugica. Ancora oggi, attraversando il rione Laorca, s’incontrano numerosi corpi di fabbrica, memoria tangibile del primato lecchese in campo industriale.

Laorca sorge nella valle del Gerenzone, quest’ultima che si estende fra il monte Melma e il Monte Coltignone, ed è il rione più settentrionale della città, posto sulla strada per Ballabio. Laorca è l’ultimo rione della città che s’incontra giungendo in Valsassina, e infatti ha caratteristiche morfologiche che lo accomunano più ai centri valsassinesi che ai rioni della conca lecchese.

Lecco 1923-2023

Laorca era un comune autonomo, parte della pieve di Lecco, a cui fu aggregato il comune di Malvero verso la metà del Settecento. L’inizio dell’800 vide accorpare a Laorca anche i comuni di Ballabio Inferiore e Ballabio Superiore. Nel 1923, il comune di Laorca venne aggregato a quello di Lecco, insieme ai soppressi comuni di Acquate, Castello sopra Lecco, Germanedo, Rancio di Lecco, San Giovanni alla Castagna e alle frazioni di Belledo e Sant’Ambrogio, staccate dal comune di Maggianico.

Da non perdere: una visita allo scenografico cimitero pensile di Laorca: grotte e anfratti calcarei di grande suggestione, colmi di stalattiti, hanno dato vita a un anfiteatro naturale in cui una serie di cappelle – stazioni della Via Crucis che culminano di fronte alla chiesa di San Giovanni Battista “ai Morti” – fanno da corona al cimitero. Sezione importante di questo gioiello naturale è la celebre grotta, dedicata anch’essa a San Giovanni Battista, che si ritiene abbia ispirato lo stesso Leonardo da Vinci nella veduta che fa da quinta alla Vergine delle Rocce.

Riferimenti:
A. Borghi, Laorca nel territorio di Lecco, Lecco, Consiglio Circoscrizionale di Rancio-Laorca, 1982
G. P. Gerosa, Quel borgo che s’incammina, Lecco, Ed. Grassi, 1948.
B. Cattaneo, Archeologia industriale nel territorio lecchese.. e oltre, Lecco, Auser, 2008.

Lecco, rione Laorca

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