
Cimitero Monumentale
Con una breve passeggiata dalle vie del centro puoi raggiungere il Cimitero Monumentale della città di Lecco, un museo a cielo aperto.
Contrade: Rancio superiore, Rancio inferiore, Castione, Arlenico e Gera.
Soprannome abitanti: Rancio è il rione dei “Granelatt”: il soprannome deriva da un piatto povero molto comune in passato tra gli abitanti, ovvero una polentina di farina di granoturco, acqua e latte.
L’abitato di Rancio occupa una posizione panoramica che vanta prati soleggiati durante tutto l’anno, e si adagia sui pendii addossati al monte San Martino, che incombe vertiginoso sul rione. Data la felice posizione, il sostentamento della popolazione di Rancio è sempre derivato dalle attività agricole e di allevamento. La particolare posizione del rione permette oggi di imbattersi continuamente in notevoli punti panoramici: curiosando nelle caratteristiche strade e piazzette, questi scorci fanno capolino tra le splendide ville e chiese. Inerpicandosi in salita, il comune è sempre stato naturalmente ripartito in Rancio “Inferiore” e Rancio “Superiore”, una distinzione che sopravvive ancora nel parlato locale. E a proposito di “verticalità”, le suggestioni emanate dalle pareti del monte San Martino diedero la scintilla alle prime esperienze di Carlo Mauri, il grande alpinista ed esploratore a cui Rancio diede i natali. Il piccolo Carlo, proprio nella chiesa dell’Assunta, al cospetto dei quadri del beato Giovanni Mazzucconi (martire nativo di Rancio che perì in terre esotiche), trasse l’ispirazione che diede avvio alle sue spedizioni per il mondo.
L’abitato di Rancio è collocato sulle alture nordorientali dell’area urbana, superato il centro comunale di circa 1,5 chilometri, ed è bagnato dalle acque del Gerenzone. Si sviluppa ai piedi del monte San Martino e, in particolare, della Corna di Medale, l’imponente parete rocciosa che sovrasta Lecco.
Il comune di Rancio è citato nei documenti sin dal Medioevo, quando la sua denominazione era “Rancio con Castiglione” (dal nome della sua principale contrada), suddiviso in “Superiore” e “Inferiore”. Anticamente era un comune autonomo, parte della pieve di Lecco. Poco dopo l’Unità d’Italia, assunse la denominazione di “Rancio di Lecco”, e al comune di Lecco venne definitivamente aggregato con il Regio Decreto del 1923. Il comune di Rancio è stato l’ultimo ad essere ufficialmente ricordato nella memoria civica di Lecco: nel 1968 (celebrando i 120 anni dall’elevazione del borgo Lecco al rango di città) l’ultimo sindaco di Rancio, il cavalier Giuseppe Spreafico, ricevette la medaglia d’oro di civica benemerenza; era l’unico sindaco allora vivente dei vecchi comuni soppressi nel 1923.
Da non perdere: Da Rancio si originano escursioni dirette al monte San Martino, in particolare verso la Cappelletta della Madonna del Carmine e il “Crocione”. Valgono una visita, poi, le due chiese di Rancio, quella Inferiore dedicata all’Assunta, e quella Superiore, il Santuario di Santa Maria Gloriosa, entrambe affacciate su incantevoli terrazze sulla città; la seconda, in particolare, porta lo sguardo a spaziare sino a Civate (a destra) e a Monte Marenzo (a sinistra). Nella contrada di Castione, poi, si può visitare la chiesetta di San Carlo, anticipata dalla curiosa Fontana delle Tre Bocche.
Con una breve passeggiata dalle vie del centro puoi raggiungere il Cimitero Monumentale della città di Lecco, un museo a cielo aperto.
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